TUTTI I BENEFICI DELLA MUSICA IN TERZA ETA’

La musicoterapia è una sorta di medicina alternativa che utilizza la musica come strumento educativo per curare alcune patologie che possono verificarsi durante la Terza Età, soprattutto in ambito neurologico e psichiatrico, come l’Alzheimer, il morbo di Parkinson e la demenza senile.

Da tantissimi studiosi è infatti considerata un valido aiuto in grado di apportare importanti benefici cognitivi e motori nella persona anziana.

Proviamo a scoprire insieme perché può migliorare la qualità della vita.

La musica e le aree del cervello

Beethoven una volta disse “Dove le parole non arrivano… la musica parla.”

La musica è ancora oggi il mezzo più potente per trasmettere emozioni e per raggiungere il cuore delle persone.

Ogni melodia che ascoltiamo, che sia una composizione o un semplice suono (come il cinguettio di un uccello), il cervello riesce a tradurla in sensazioni, ricordi e nuove connessioni. Questo perché, secondo una delle ipotesi più accreditate, le aree del cervello che reagiscono alla musica sono molto di più rispetto a quelle deputate al controllo del linguaggio.

La musica infatti favorisce nuovi percorsi neuronali anche quando il linguaggio è compromesso.

​​Per questo motivo la musicoterapia ha oggi una notevole importanza e viene utilizzata nell’ambito della medicina alternativa.

La musicoterapia perché è importante per gli anziani?

La musicoterapia è un approccio basato sulla comunicazione non verbale, ovvero su uno scambio comunicativo che riguarda principalmente il linguaggio del corpo, ed è utilizzata per costruire interventi educativi e migliorativi anche in presenza di malattie neurodegenerative o in altri tipi di condizioni patologiche relative alla terza età.

Gli obiettivi che si pone la musicoterapia, per quanto riguarda le persone anziane, possono essere di diverso tipo e variare in base alle esigenze e ai bisogni, ma in generale mirano a:

  • migliorare la qualità della vita
  • portare il buonumore
  • ridurre l’aggressività
  • stimolare la memoria
  • diminuire l’effetto wandering, il girovagare apparentemente senza meta
  • attenuare atteggiamenti ansiogeni

Tuttavia, non tutti sono ricettivi e sensibili alla musica. Per questo motivo, a seconda della personalità, il professionista (musicoterapista) può utilizzare due approcci:

  • Musicoterapia attiva, che si concentra sul canto, la composizione di canzoni o l’esecuzione di movimenti che creano una connessione con il ritmo che si sta ascoltando.
  • Musicoterapia ricettiva, che stimola l’energia creativa e quindi cerca di lavorare sulle emozioni personali.

Entrambi gli approcci puntano principalmente a migliorare l’umore e a ridurre lo stress e l’ansia in quanto ascoltare canzoni abbassa i livelli di cortisolo e rilascia endorfine che danno al corpo più serenità.

Dopo una sessione di musicoterapia si avverte infatti una sensazione di appagamento, di profondo rilassamento e di grande serenità.

Possiamo quindi dire che la musicoterapia è un antidolorifico naturale che attraverso l’effetto di rilassamento permette di tollerare e gestire meglio il dolore e, come conseguenza, favorisce anche il sonno.

Inoltre, è considerata uno strumento di crescita personale e può dare dinamismo e nuovi stimoli alle capacità cognitive, come l’attenzione e la memoria, e anche alle capacità psicomotorie (coordinazione e mobilità).

Come funziona una seduta di musicoterapia?

Durante la prima sessione, il musicoterapeuta effettua una valutazione per determinare se la musicoterapia è in grado di soddisfare esigenze personali, e in particolare la capacità di ricettività alla musica.

In un secondo momento, si invita il “paziente” a scegliere uno strumento, quindi a cantare e battere le mani o i piedi per produrre suoni ritmici. Questa prima fase consente alla persona di lasciarsi andare e di esprimere ciò che prova attraverso la musica.

Successivamente, si fissano gli obiettivi a breve termine pianificando attività musicali attive o ricettive a seconda delle esigenze.

La terapia quindi può iniziare e man mano potrà essere modificata in base alle richieste e ai miglioramenti dello stato di salute.