Blue Zones cosa sono e i segreti per la longevità
Si trovano in diverse parti del mondo e, similmente, hanno in comune la possibilità che i propri abitanti vivano fino ai 100 anni o anche di più. Sono le zone blu del pianeta.
Qui l’aspettativa di vita media è superiore alla media globale e gli scienziati le studiano da decenni per svelarne i segreti, metodi, stili di vita per proseguire in una vita longeva e positiva.
Okinawa in Giappone, Ikaria in Grecia, Sardegna in Italia, Nicoya in Costa Rica e Loma Linda in California: queste sono le Blue Zones, dove la concentrazione di centenari è più elevata. Nascere e vivere qui aumenta notevolmente le probabilità di raggiungere i 100 anni in salute.
Seppur distanti tra loro, questi luoghi hanno molto in comune: alimentazione, movimento, relazioni sociali e prospettive di vita. Non vi è naturalmente una formula generale per la longevità ma dei principi generali da seguire, quelli sì.
La genetica incide per circa il 25% sulla durata della vita. Il resto è come si vive.
Il divulgatore scientifico e saggista Dan Buettner è stato uno dei primi a concentrarsi sullo studio delle zone blu ed è andato a vedere cosa hanno in comune le popolazioni più longeve della terra:
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Movimento naturale
Gli abitanti delle Blue Zones non frequentano le palestre ma sono costantemente e naturalmente in movimento. Ad esempio, gli abitanti dell’Ogliastra in Sardegna sono stimolati dalla conformazione geografica a salire centinaia di scalini al giorno.
Uno studio recente della Tulane University ha dimostrato che salire più di cinque rampe di scale al giorno può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari aterosclerotiche del 20%. Un’altra forma di attività fisica per gli abitanti delle Blue Zones è rappresentata dalla cura degli orti, una pratica che coinvolge forza fisica, coordinazione e capacità cardiovascolare, da ripetere più volte a settimana. Inoltre, qualora non abbiano occupazioni fisiche, gli abitanti delle Blue Zones prediligono partecipare a sport divertenti e sociali, aspetto che assume una rilevanza particolare.
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Alimentazione: non cercare mai la sazietà
L’alimentazione nelle Blue Zones è influenzata dall’area geografica, ma condividono il principio della moderazione. Dal Giappone alla Grecia, si lascia il tavolo soddisfatti, nutriti ma mai pieni. La leggera restrizione calorica, praticata nelle Blue Zones, può rallentare il processo di invecchiamento. Le Blue Zones, tendenzialmente rurali, basano la loro alimentazione su cibi poco processati e prevalentemente di origine vegetale. Le proteine animali sono consumate in piccole quantità ma di alta qualità. In queste comunità, l’alimentazione è vissuta come un momento conviviale e di festa, celebrando insieme i pasti.
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Le relazioni e i legami sociali
Uno degli elementi chiave delle Blue Zones è la presenza di forti e duraturi legami sociali. Recenti studi condotti dall’Università di Harvard hanno messo in evidenza l’importanza dei rapporti sociali sulla longevità, dimostrando che essi hanno un impatto significativo sul patrimonio genetico e sull’aspettativa di vita. Gli abitanti delle Blue Zones coltivano legami sociali profondi e integrano attivamente gli anziani nella società. Questo coinvolgimento attivo gioca un ruolo cruciale nel proteggere dalle malattie neurodegenerative, mentre l’isolamento e la solitudine possono accelerare il processo di invecchiamento fisico e cognitivo.
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Prospettiva mentale e di vita longeva
Un altro aspetto rilevante comune alle Blue Zones è la prospettiva mentale, che si manifesta nell’accettazione serena dell’invecchiamento e nella consapevolezza di sé. Gli studi hanno mostrato un legame tra una mentalità positiva riguardo all’invecchiamento e una maggiore longevità. Tuttavia, è importante sottolineare che l’accettazione serena dell’invecchiamento è influenzata dal nostro stato di salute: un invecchiamento in buona salute favorisce un atteggiamento più sereno, mentre la malattia e la sofferenza possono generare una resistenza nei confronti del passare del tempo. Gli abitanti delle Blue Zones tendono a vivere con serenità, mostrando bassi livelli di stress e un atteggiamento rilassato nei confronti dell’invecchiamento. Questa serenità potrebbe derivare da un generale stato di benessere promosso dagli altri tre pilastri fondamentali delle Blue Zones.